La Metamorfosi: un’autobiografia?
Tutto accade così, per caso, senza una logica precisa. Gregor si sveglia e scopre di essere diventato un orrendo e ripugnate insetto. È questa la trama de La Metamorfosi di Kafka. Pubblicata nel 1915, è un’opera eccezionale, di puro sconvolgimento emotivo per il lettore. Le emozioni provate da Gregor Samsa sono narrate con freddezza e lucidità, senza giri di parole: parlano i fatti, le azioni e le decisioni prese dal protagonista e dagli altri personaggi. In La Metamorfosi tutto accade senza una razionalità. Semplicemente, succede. Il protagonista stesso non si stupisce della trasformazione, si preoccupa solo di non poter andare a lavoro e di doversi mostrare agli altri col suo attuale aspetto.
In realtà, una logica c’è. Ed è proprio la storia che si nasconde dietro questo meraviglioso racconto: tutto il testo non è altro che una trasposizione figurativa della vita dell’autore.
Un primo indizio di tutto ciò, risiede proprio nel nome del protagonista: Gregor Samsa, un nome che non è altro che il crittogramma di Kafka (dove la S e la M stanno al posto della K e della F). Ma la trasposizione s’intuisce anche leggendo la vita dell’autore. Una vita di stenti, di sofferenze e restrizioni. Una vita segnata dalla tubercolosi e dalla solitudine. Un’esistenza amara che lo spinge a rifugiarsi in un’armatura invisibile fatta di indifferenza.
“Kafka pubblicò solo qualche racconto […]. Prima di morire, diede istruzioni al suo amico ed esecutore testamentario Max Brod di distruggere tutti i suoi manoscritti e di assicurarsi che non avrebbero mai visto la luce del sole. Ciò nonostante, Brod non seguì le istruzioni…”.
La Metamorfosi è il racconto più conosciuto di Kafka, ripreso e riadattato anche da altri creativi. Il disegnatore americano Peter Kuper ne ha realizzato una graphic novel, mentre il regista Carlos Atanes ne ha fatto un cortometraggio dal titolo The metamorphosis of Franz Kafka. Da notare, in quest’ultimo titolo, l’uso di “of” e non di “by”, a significare proprio il doppio senso, biografico e letterario.
È un racconto che vi invito vivamente a leggere. Un ambiente surreale, dove “l’irreale irrompe nella realtà” e dove la stanza in cui si rifugia l’orripilante insetto diventa una metafora dell’esistenza.