Una donna in pezzi
Osanna è una giovane donna. È bella, allegra e solare. Ha 21 anni, un figlio a cui vuole un mondo di bene e tutta la vita davanti. Vive le sue giornate con naturalezza e semplicità. Gli amici l’adorano. E qualche spasimante non manca di certo. Fa la fotomodella ed è una bravissima attrice di fotoromanzi. È davvero bella e brava Osanna, al punto che Zeffirelli la vuole per un suo film. Però, non va tutto come deve andare. E accade qualcosa…
Oggi, vive inchiodata ad una sedia a rotelle. Non cammina. È disabile da diversi anni. Cos’è successo? Beh, per spiegarlo bastano queste poche righe tratte da una sua recente intervista
“[…] lui che guida una Bmw 320 ed io che gli dico ’Rallenta, così ci andiamo ad ammazzare’. Ma lui non ascoltava. E neanche mi rispondeva. Poi ci fu un mio urlo: ’Ora basta, rallenta! Lui accelerò ancora, quindi lasciò il volante, mise le mani in grembo e si girò verso di me sorridendomi. Io capii tutto. ’Avrai sulla coscienza mio figlio’ gli dissi con voce strozzata. ’O mia o di nessun altro’ rispose ancora sorridendo […]”
Osanna si sveglia in un letto di ospedale, in Rianimazione, e per un anno lotta tra la vita e la morte. Qualche giorno dopo, uno dei dottori che la segue vuole lasciarla andare…
“[…] Lasciamola morire. Non si può soffrire in questo modo. Non è umano’. […] ‘Reagii nell’unico modo possibile. Strabuzzai gli occhi, l’unica parte del corpo che riuscivo a muovere. E il medico si rese conto che capivo tutto e che volevo vivere […]”
In pezzi racconta la sua storia. Una storia vera, tragica e intensa, carica di passione e dolore. Un dolore descritto con fredda lucidità e trasparenza. È un testo drammatico e, allo stesso tempo lieve, leggero, quasi etereo, che ti penetra nel cuore e ti fa capire cos’è davvero la vita. Un romanzo autobiografico fatto di flash back e sprazzi di vita quotidiana. Un intreccio narrativo che mischia il dolore di Osanna appena dopo l’incidente e le giornate passate con gli amici e il figlio prima dello schianto. Una storia fatta di sofferenza e coraggio: la sofferenza di un futuro incerto, colmo di speranze svanite e di ricordi acidi e il coraggio di continuare a vivere e di affrontare la vita guardandola sotto una luce tutta nuova, diversa.
La storia di Osanna Brugnoli ha anche un lieto fine. Un finale amaro, certo, ma velato dal dolce sapore della rivincita. Un rivincita spirituale ed umana. “Convivo con la mia disabilità. L’ho accettata. Sarebbe ipocrita dire di più. Diciamo che mi amo per quello che sono. Apparire non è importante quanto essere, e ve lo dice una che faceva l’attrice dei fotoromanzi”. Dopo l’incidente, Osanna si è rimessa in forza. Ha scelto di vivere. Si è interessata allo sport, fino ad intraprendere una luminosa carriera sportiva. E proprio con lo sport ha ottenuto la sua rinascita, guadagnandosi due ori olimpici nel fioretto e uno nel tennis-tavolo ai Mondiali del 1982.
In pezzi è un libro insolito che ti coinvolge emotivamente e non ti molla. Quando si scrive un libro, bisogna sempre tenere presente che il lettore deve affezionarsi alla storia, tanto da non volerla mai abbandonare. Beh, Osanna Brugnoli c’è riuscita. Anche quando non lo si legge, si aspetta con impazienza l’evolversi della vicenda narrata. Ci si chiede: cosa accadrà dopo? Quale sarà la prossima mossa? Ho fatto ad Osanna qualche domanda…
Cosa ti ha spinto a scrivere un libro sulla tua storia?
Dopo tanto tempo per giunta! La spinta è stata quella di aver preso coscienza di un equilibrio interiore e ne volevo conferma.
Dove hai trovato la forza ed il coraggio di rivivere il dolore?
Il dolore per me è un canale di conoscenza, riviverlo significa saper ancora piangere
Cosa significa ricongiungere i pezzi? Ora ti senti una persona diversa?
Significa comporre un mosaico per farlo diventare un bellissimo quadro. Più che diversa sono più attenta al mondo che mi circonda, con qualche anno in più purtroppo.
In pezzi è arricchito anche della prefazione di Luca Pancalli, il presidente del Comitato italiano paraolimpico, e dall’introduzione di Carlo Verdone. Quest’ultimo ha conosciuto Osanna e si è avvalso della sua collaborazione per il film Perdiamoci di vista, una splendida pellicola nella quale Asia Argento interpreta la parte di una paraplegica. Vi lascio con una sua frase. Un paragrafo che da solo ci mostra tutta l’essenza di questo romanzo.
“Una luce bianca e intensa mi costringe ad aprire gli occhi. Mi guardo intorno, smarrita.
Sono distesa su uno strano letto, più corto del normale.
Cortissimo, anzi. Per quale ragione il mio letto è così corto?
Intorno a me non c’è nulla di familiare.
Vorrei alzarmi, cercare di orientarmi in qualche modo, ma ogni accenno… di movimento è uno sforzo sovrumano.
Non riesco nemmeno a tenere aperti gli occhi; le palpebre si chiudono contro la mia volontà.
Cado in una sorta di sonno cosciente durante il quale riesco a percepire un brusio di voci che si affollano intorno a me.
Una emerge fra le altre e si fa più distinta, mia cognata Letizia.
Con un filo di voce pronuncio il suo nome.
Il brusio si spegne e intorno a me cala di colpo il silenzio.